Voci che gridano nel deserto
Foto di Pete Linforth da Pixabay
“Fra 9 anni saremo morti tutti”, ed era già partito il conto alla rovescia. È una di quelle frasi d’effetto che si pronuncia con sicurezza e che a lungo andare diventa un tormentone familiare e a volte amicale, ma nello stesso tempo si celebra la vita, si festeggia l’anno nuovo, si sogna e si fanno progetti per il futuro, un futuro che si spera duri un bel po’ di più di 9 anni.
La guerra, la povertà e lo sfruttamento, la crisi economica e quella climatica, l’inquinamento con i rifiuti e la CO2 e le polveri sottili, il Covid, la questione energetica… ora ti toccano, ora ti spingono, ora ti sfiorano o ti danno solo fastidio. Forse ti fanno paura e istintivamente li allontani. Ma ti riguardano, chiunque tu sia, ovunque tu sia. La globalizzazione, di cui tu usufruisci o subisci, col tempo ha delineato un’unica direzione per tutti, un comune destino per ogni forma di vita. E nessuno può pensarsi estraneo e non ritenersi responsabile, se non altro per quello che ancora può fare. Subito, non domani, non forse.
Guardo documentari, ascolto la radio con trasmissioni, musica e canzoni, leggo articoli. Tante sono le voci – oggi ognuno ha la possibilità di dire la sua – ma pochi sono i profeti, che anche il nostro tempo ha la grazia di avere. Mettono in guardia, i profeti. Sanno leggere i segni dei tempi, sanno guardare lontano, suggeriscono come agire o non agire. Ma chi li ascolta?
Quando Giona, pena l’imminente distruzione della città, predicò a Ninive, “I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. Per ordine del re e dei suoi grandi fu poi proclamato a Ninive questo decreto: «Uomini e animali, armenti e greggi non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e animali si coprano di sacco, e Dio sia invocato con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!».” (Gio 3,5-9).
Quando nel Libro di Giuditta il sommo sacerdote Ioakìm e il consiglio degli anziani invitò il popolo a fare penitenza affinché Dio lo liberasse, “Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano a Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore.” (Gdt 4,11).
Le prospettive sono tutt’altro che rosee.
Si cercano soluzioni a livello governativo, a livello scientifico e poi tecnico, a livello industriale. E poi? Tante belle parole.
Sì, perché la differenza la fai tu, se lo vuoi davvero. Delegare ai grandi sistemi la responsabilità del navigare mette a tacere la coscienza. Ma nella stessa barca che è questo bel pianeta Terra stai anche tu, e anche se sei tanto piccolo e debole per remare, un pezzo di timone ce l’hai in mano. È la tua parte, quella piccola ma preziosa goccia dell’oceano che insieme alle altre può portare vita o morte, può corrodere e limare, può trasportare o affondare, può salare, refrigerare, lavare… Cosa lo decidi tu. Con sacrificio, come è vero che il sedere pesa. Con piccoli gesti e piccole rinunce che lasciano da parte l’io e fanno spazio al noi, il noi di chi c’è e di chi sarà.
“Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono.” (Lc 11,32)
“Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone.” (Lc 11,31)
I profeti gridano ancora oggi. E tu come li ascolti?
Francesca, Fraternità di Gorizia
Fraternità Regionale del Friuli-Venezia Giulia “Beato Odorico da Pordenone” 2023 – © RIPRODUZIONE RISERVATA