La Fraternità di Gorizia all’Hospitale a Majano 16/06/2024
Giugno, il frumento biondeggia già nei campi in attesa della raccolta. Come i chicchi di grano seminati in autunno che hanno portato frutto, anche noi fratelli e sorelle della Fraternità di Gorizia ci interroghiamo su quanto siamo maturati in quest’anno fraterno. La revisione è il setaccio per fare un’analisi e capire, come insegna la parabola del “buon seminatore”, che tipo di terreno siamo stati individualmente e come Fraternità. Abbiamo fatto germogliare il seme per poterci fare pane quotidiano da offrire al prossimo? La nostra spiga è arrivata a svilupparsi, ha prodotto il cento, il sessanta, il trenta?
La location scelta quest’anno è l’Hospitale di Majano. Marino è il nostro gentilissimo Cicerone e ci fa immergere nella realtà di questa struttura che è stata recentemente riscoperta e valorizzata quale “rifugio” per pellegrini in senso lato, sulle orme delle miriadi di persone che, in passato, provenendo da gran parte dell’Europa passavano da queste parti anche per imbarcarsi e giungere, dopo circa 6 settimane, in Terra Santa. Abbiamo scoperto anche un collegamento, un “fil rouge”, con Gorizia ed Aquileia che allora erano centrali in Europa, crocevia per coloro che intraprendevano un viaggio. Dai re (come Carlo Magno) al più umile dei pellegrini. Partire, in quell’epoca, non era una decisione facile. Era un viaggio pieno di incognite, pericoli, e dall’esito incerto, tanto che era prevista la prassi di fare testamento prima di prendere congedo da casa. Che cosa spingeva queste persone a lasciare tutto per iniziare un percorso del genere?
Mi sento di ringraziare chi ha pensato di venire qui perché lo trovo molto significativo. Anche noi siamo pellegrini, nella nostra vita siamo continuamente in cammino per dare un senso al nostro essere donne e uomini di fede in una comunità francescana.
Ascoltare le revisioni è come vedere comporsi un mosaico. Ogni parola è un frammento colorato che poi compone una tessera di una grande vetrata. Ognuno è caratterizzato da una diversa tonalità e tinta, da una minore o maggiore trasparenza, ma è l’insieme di tanti elementi diversi, eppure complementari, che ne conferisce la bellezza. La luce che viene dall’alto, come nelle vetrate presenti nelle austere e buie cattedrali gotiche, accende anche il nostro ascoltarci e raccontarci.
A volte si ha, magari, l’impressione di essersi incagliati in qualche ostacolo, di essersi arenati e ritrovarsi in secca. O forse siamo solo nella bonaccia? Se scruto all’indietro e mi spingo ad un anno fa mi sembra di essere progredito o mi pare di essere solo diversamente uguale o ugualmente diverso a 365 giorni fa? Nella fede, chi si ferma è perduto…
Dalle revisioni emergono anche le attività che hanno caratterizzato l’anno che volge al termine: l’incontro davanti al Presepe, la via Crucis transfrontaliera, i 7 passi francescani ed il recente Pellegrinaggio ad Assisi ed altri luoghi francescani. Grazie alla traccia molto ben fatta ed utile che ci è stata fornita dal Consiglio quale spunto di riflessione, si ha la possibilità di riequilibrarsi e di tornare a puntare la bussola verso le stelle fisse costituite dalla fede, l’incontro con Dio, le relazioni fraterne, l’amore, l’accoglienza, l’ascolto del prossimo e le “aspettative” che ha il Signore per noi, ovvero che facciamo fruttificare i talenti dei quali Lui ci ha fatto dono.
Buona estate a tutti con l’augurio di camminare sempre più appresso a Francesco!
Paolo Tavano, Fraternità di Gorizia
Fraternità Regionale del Friuli-Venezia Giulia “Beato Odorico da Pordenone” 2024 – © RIPRODUZIONE RISERVATA