Assemblea Nazionale: Fuori con relazioni vere
FUORI COME: LE RELAZIONI VERE
Dal 24 al 26 marzo 2023 circa 300 francescani secolari si sono incontrati ad Assisi per l’assemblea nazionale.
Venerdì sera abbiamo cominciato l’assemblea con una veglia di preghiera dove siamo stati invitati a meditare sulle nostre crepe e fragilità, che spesso non ci permettono di realizzare delle buone relazioni.
Il sabato mattina, cominciato con la Messa nella basilica superiore di San Francesco, ci ha fatto fare un giro per le strade di Assisi, viaggio non solo fisico, ma anche alla scoperta di alcuni testimoni che ci hanno aiutato a fare un percorso di riflessione.
Nella Chiesa Nuova abbiamo ascoltato Padre Alfredo, che vive in quella comunità assieme ad altri 5 frati delle varie obbedienze. Grazie a lui, partendo dalla vita giovanile di San Francesco, abbiamo potuto riflettere su come le relazioni sono quasi sempre relazioni ferite e solo se impariamo a non pretendere che gli altri cambino, ma a perdonare e “lavorare” le nostre ferite, possiamo far sì che i contrasti non diventino conflitti insanabili.
Bisogna partire da ciò che ci unisce e il perdono richiede tempo e una vita più profonda con Colui che ci perdona sempre. Quando Gesù non è per noi solo il “conosciuto”, ma “l’incontrato” facciamo esperienza della grazia.
Poi ci siamo spostati nella chiesa di Maria sopra Minerva, dove siamo stati accolti da Suor Maria Grazia e Suor Patricia delle Suore Francescane Missionarie di Assisi. Nella zona dove adesso c’è questa chiesa al tempo di Francesco c’era la chiesa di San Nicolò, dove Francesco porta Bernardo quando quest’ultimo gli dice che vuole vivere con lui. Francesco non si autoproclama fondatore di un ordine, ma lo porta a chiedere consiglio a Dio. Questo perché non dobbiamo mai sentirci arrivati, ma fino alla fine della vita dobbiamo progredire.
A questo punto dobbiamo chiederci: noi frequentiamo il Vangelo? Troviamo spazio per il Vangelo ogni giorno? Viviamo la vita prestando ascolto allo Spirito Santo e ai suoi buoni frutti o ascoltando il male?
La tappa successiva è stata a Santa Maria Maggiore, dove San Francesco si è spogliato. Qui abbiamo ascoltato la toccante testimonianza di una famiglia di francescani secolari che 6 anni fa ha perso un figlio per un incidente stradale. Un ragazzo di 29 anni strappato ai genitori e alla sorella.
Ci hanno detto di aver provato la loro impotenza, di avere in quel momento capito il senso della croce, di essersi sentiti nudi… Ma nello stesso tempo si sono sentiti presi in braccio da Gesù e la disgrazia è diventata una grazia.
Il messaggio di speranza che ci hanno lasciato, pur ammantato di grande commozione, è stato che è importante restituire a Dio quanto si è ricevuto.
L’ultima tappa è stata a Santa Chiara, dove il ministro nazionale Luca Piras ci ha fatto riflettere sul fatto che, come Francesco, anche noi siamo chiamati per nome da Dio che ci affida una “casa” da riparare.
L’uscita ci richiede accoglienza, libertà e fiducia. Dobbiamo individuare quali case sono da riparare nella nostra vita e quali rapporti dobbiamo riparare.
Nel pomeriggio di sabato abbiamo ascoltato Marco Bartoli che ci ha parlato delle varie spogliazioni fatte da San Francesco nella sua vita. A Roma scambia i suoi vestiti con quelli di un povero e perciò si spoglia delle sue sicurezze e garanzie. Spogliandosi davanti al padre Pietro, si spoglia delle sue difese per incontrare un altro Padre, Dio stesso.
L’ultima spogliazione di Francesco è quella prima della morte. Nel momento in cui si spoglia dell’io, assume il “me”, come oggetto dell’amore di Dio.
Partecipare alle assemblee nazionali è sempre motivo di gioia, non solo per le esperienze e gli approfondimenti che possiamo fare, ma anche perché possiamo approfondire relazioni con francescani secolari già conosciuti, e fare nuove conoscenze, vivendo rapporti veri e rendendoci sempre più conto che siamo un tutt’uno, dalle Alpi alla Sicilia.