Un mondo, due sguardi

Lapislazzuli

Foto di <a href=”https://pixabay.com/it/users/gracielazerpaurbina-7490262/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3499913″ target=”_blank”>>Graciela Zerpa</a> da <a href=”https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3499913″ target=”_blank”>>Pixabay</a>

Una fiorita fila di rose bianche veglia sull’ingresso del convento delle Suore Clarisse di Gorizia, una linea di demarcazione tra la città e un angolo di quiete. Superandola, si entra nella parte pubblica del convento, ora – 13 dicembre 2022 – , con vari presepi esposti.

Oggi abbiamo appuntamento, come Fraternità, con le nostre amate suore che da tanto, forse troppo tempo, abbiamo in calendario di andare a trovare, ma per diversi motivi abbiamo sempre rimandato.

Entrando in questo luogo di preghiera, dove la clausura è una scelta di vita, ho sempre l’impressione non di entrare in luogo chiuso, ma di uscire all’aperto. Una sensazione strana che mi spinge a pensare che il potersi muovere liberamente non è sinonimo di libertà, ma anzi alle volte è solo un nascondere alla nostra anima il vero spazio libero. Percorso lo stretto corridoio, entriamo nel parlatorio, una saletta dove le dame, separate da una grata metallica, ricevono i loro ospiti. Le troviamo già lì ad attenderci, in fila, nei loro semplici ma eleganti abiti color lapislazzuli, avvolte nei mantelli dello stesso colore, il volto parzialmente coperto dalle candide mascherine FFP2 (che non fanno parte dell’abito, ma dei tempi che attraversiamo). Anche se il volto è parzialmente coperto, si nota nei loro occhi lucenti un sorriso benevolo nei nostri confronti. È bello essere lì a colloquio con loro. Poter ascoltare la loro voce calma e semplicemente chiacchierare. Chiacchierare come amici che si confidano. La grata che divide i secolari dalle contemplative sembra non esserci, gli sguardi passano delicatamente oltre. Ci si racconta, ci si ascolta e l’oretta che abbiamo a disposizione passa leggera anche nel freddo del parlatorio. Sono tempi duri per tutti, specie per chi vive di carità. E si somma pure un guasto all’impianto di riscaldamento che toglie il dubbio su come gestire le scarse risorse. Ci salutiamo con una preghiera cantata a fil di voce, che riempie dolcemente il piccolo grande spazio della sala e dell’anima e sale verso l’Infinito e oltre, e con gli sguardi rivolti alla Vergine ci sentiamo ancora più fratelli e sorelle. A presto care sorelle!

Luciano con Francesca, Fraternità di Gorizia

Fraternità Regionale del Friuli-Venezia Giulia “Beato Odorico da Pordenone” 2022 – © RIPRODUZIONE RISERVATA