10 ottobre 2015 – Pellegrinaggio Ofs a Ptuj e Ptjuska Gora
È estate quando Valentina, ministra OFS di Nova Gorica, ha organizzato un pellegrinaggio a Ptuj e Ptujska Gora per le Fraternità di Nova Gorica e Gorizia.
Poi l’estate svanisce e passa, e arriva ottobre. Si fiuta l’umidità, si sente una chiarezza insospettabile, un brivido nervoso, una veloce esaltazione, un senso di tristezza e di partenza.
(Thomas Wolfe)
Ed è umido quel sabato d’ottobre, sì, ma non è un senso di tristezza quello che sentiamo nei cuori quando arriva il giorno della partenza. Il 10 ottobre francescani italiani e sloveni si ritrovano sul pullman che, poco prima delle 7, parte per Ptuj e Ptujska Gora: la chiarezza è quella di un’alba nuvolosa e l’esaltazione è quella di un viaggio incontro alla Madonna della Misericordia.
Piove durante il viaggio, solo i nostri canti in italiano e in sloveno sono più forti di una bora che sferza tutto. Arriviamo a Ptujska Gora, mentre cessa la pioggia ed anche la bora è in attenuazione, dopo aver mangiato un krapfen della pasticceria Konsek, a Trojane. La Gostilna dove facciamo tappa sforna i migliori krapfen d’Europa!
Il Santuario della Madonna della Misericordia, istituzione votiva dei Signori di Ptuj, arrocata in cima alla Crna Gora (collina nera) sopra la piana di Ptuj. Sotto il sagrato della chiesa c’è la piazza del borgo e i resti delle mura per la difesa contro i Turchi.
Secondo una leggenda, Maria avrebbe avvolto la Chiesa in una nuvola di fumonero per nascondelra alla vista dei Turchi. Ancora oggi sono visibili, però, le conseguenze di quelle scosserie, soprattutto su alcune statue.
Neustift è il primo nome della Chiesa che fu costruita dai Signori di Ptuj e completata intorno al 1410. Il Santuario è preso in consegna dai Frati Minori Conventuali nel 1937.
Lo scalone che porta al ‘tabor’ è ornato con sculture barocche decorative di Jožef Straub, tra le quali spiccano soprattutto San Floriano e San Giovanni.
Accanto alla scala si è conservata la colonna della gogna.
L’architettura di questa basilica ‘a sala’, gli affreschi e le statue sono il prodotto di miglior qualità tra le creazioni gotiche nel territorio dell’odierna Slovenia. È legata al periodo intorno al 1400 e agli influssi dei laboratori di costruzione praghesi.
Il modesto esterno sotto il largo tetto a ghimberga è abbellito da contrafforti rampanti. È accentuato il portale d’ingresso, sopra cui si eleva una torre piuttosto scarsa. La pianta della chiesa è composta da tre navate, coronate da absidi, e separate da polistili. Gli stipiti del portale principale sono ornati dal bassorilievo dello scultore Viktor Gojković.
La navata centrale è a salienti, la volta della navata centrale a costoloni termina nell’abside a forma di stella, mentre le navi laterali hanno volte a crociera. Tra l’arredo scultoreo gotico spiccano: il famoso altorilievo della Vergine della Misericordia con il Mantello (intorno al 1400) che oggi si trova nell’altare maggiore, ma originariamente si trovava sopra il portale centrale, l’altare laterale di San Sigismondo e l’altare del Rosario. Su una mensola della colonna nella navata meridionale sorge la statua di San Giacomo, opera del maestro Jakob, il migliore scultore tra quelli impiegati per l’arredo della chiesa. Sotto il mantello della Vergine cercano protezione sia i nobili con il loro seguito sia la gente comune.
Nell’abside a sud si erge il cosiddetto altare di Celje, a baldacchino gotico di pietra, abbellito con varie figure, ornamenti floreali nonché stemmi di Celje (Maestro degli angeli nei portali di Ptujska Gora). L’autore del pulpito barocco è Peter Marnzeller (1762), mentre l’organo è datato 1696. L’altare è stato offerto dal conte Federico di Celje in seguito alla guarigione della figlioletta cieca che, un giorno, vide la luce nel punto dove è stato poi costruito il Santuario.
Nella cappella di S. Croce all’ingresso gli unici affreschi della chiesa (1425 circa) rimasti, attribuiti a Cristoforo ed Erasmo di Brunico, che illustrano la vita di Gesù. Vengono considerati i migliori affreschi gotici del periodo dello ‘stile morbido’ nella Stiria. Il rilievo gotico della Morte della Vergine è stato trasferito nella canonica e numerose altre opere scultoree nella cappella invernale.
Alle 10 si celebra la Santa Messa dei pellegrini in quel Santuario al termine del quale ci fermiamo, poi, per una preghiera silenziosa ai piedi della Vergine del Mantello e per un’intenzione scritta sul registro, prima di recarci alla Casa del Pellegrino per la visione di un filmato che racconta la storia di quel luogo santo.
Un pasto a Majsperk, nel Ristorante Dolinica, è quel che ci vuole per scaldarci: brodo di carne, due secondi di manzo, patate in tecia, contorno di riso e strudel di mele.
Soddisfatti e rifocillati, partiamo per la cittadina di Ptuj, una delle città più antiche della Slovenia. La sua storia risale all’età della pietra, ma la città ha vissuto il suo massimo splendore nel periodo romano. Il nome ha origine all’epoca dell’imperatore Traiano, che concesse all’insediamento lo status di città e la battezzò Colonia Ulpia Traiana Poetovio. Nel 69 d.C. l’imperatore Vespasiano venne eletto a Ptuj, e la prima menzione scritta della città è dello stesso anno. Nel X secolo Ptuj ottenne i diritti cittadini (precisamente nel 977). Conquistata dai Goti, fu distrutta dagli Unni nel 452, e successivamente venne occupata dagli Slavi nel VI secolo. Nell’874 venne infeudata al vescovo di Salisburgo; distrutta dagli Ungari, fu ricostruita nel 1125. Dal 1573 fece parte dei domini degli Asburgo. Secondo il censimento austroungarico del 1910, l’86% della popolazione del centro storico era di lingua tedesca mentre nei dintorni predominava l’elemento sloveno. Al termine della prima guerra mondiale Ptuj venne dapprima inserita nella Prima repubblica austriaca, ma dopo l’intervento del generale sloveno Rudolf Maister, il territorio della Bassa Stiria, fu incluso nella nascente Jugoslavia.
Minoritski samostan. Il convento dei frati minori fu eretto nel 1239, conserva una biblioteca, fondata agli inizi del 500, con quasi 5.000 volumi appartenuti all’XVII. e XVIII secolo. La Chiesa è stata costruita con l’aiuto dei signori di Ptuj tra il 1255 e il 1280. Negli anni 1677-1696 il monastero è stato ampliato e la Chiesa e la sua facciata rinnovata in stile barocco monumentale con la statua di San Francesco d’Assisi e gli Angeli. Fra il 1930 e il 1932 il monastero era restaurato. Nel 1941 i tedeschi hanno esiliato i frati conventuali in Croazia e il monastero si trasforma nell’ufficio di germanizzazione. Il bombardamento aereo del 4 gennaio 1945 ha distrutto la Chiesa tranne il presbiterio. Sul sito della Chiesa demolita è stato costruito nel 1967 un ufficio postale. Dopo la guerra i frati sono tornati a Ptuj e hanno ricominciato a ricostruire la Chiesa. Per il 750º anniversario della loro presenza a Ptuj, nel 1989, i frati minori restaurarono il presbiterio, nel quale celebrarono poi le Sante Messe. Nel 2001 l’ufficio postale viene spostato in altro luogo e così inizia la costruzione della nuova Chiesa che sarà inaugurata nel giugno 2011. Dopo la guerra hanno trasformato il monastero in biblioteca civica. In seguito alla denazionalizzazione nel 1992 sono state intraprese le attività per il restauro del monastero. Nel 2000 la biblioteca fu spostata a Mali Grad e davanti la Chiesa fu nuovamente eretta la Colonna della Vergine Maria. Oggi nel refettorio del monastero si svolgono concerti, mostre, vari incontri culturali ed educativi. La Chiesa dei SS. Pietro e Paolo era considerata nel passato una delle più belle chiese barocche della Slovenia.
Superiamo Mestna hiša., edificio del 1907 in stile neogotico, ospita il Municipio cittadino. Giungiamo a Stolnica cerkev svetega Jurija, Duomo di San Giorgio dal XV secolo, in stile gotico, vecchia cattedrale della soppressa diocesi di Ptuj. La Chiesa è stata ricostruita più volte, esempio ne sono le finestre del periodo romanico mentre la maggior parte è in stile gotico. È anche possibile osservare al suo interno numerosi monumenti che raccontano le storie dei cittadini. La Chiesa ha cinque altari laterali. Sugli affreschi sono raffigurati diversi membri della società cittadina ma senza i rappresentanti della borghesia, nonostante Ptuj fosse un insediamento borghese. Sotto il coro si trovano una campana di vetro e la scultura di legno di San Giorgio, patrono della Chiesa e della Città.
Non riusciamo a visitare il Ptujski grad, il castello cittadino che sorge sulla collina che domina la città, ove sono state ritrovate testimonianze preistoriche. Creato tra il XIII secolo e il XIV, ingloba strutture anche più antiche, come la torre Ovest (del IX secolo). Notevole il porticato e il doppio loggiato sul cortile interno opera di Giovanni Sallustio Peruzzi, figlio di Baldassarre, architetto senese. Dal 1945 è passato dagli ultimi proprietari, gli Herbstein, allo Stato che ha inserito al suo interno il Pokrajinski muzei Ptuj (Museo provinciale di Ptuj).
Ripartiamo, prima che scenda il buio, e appena saliti sul pullman comincia a piovere. Anche la bora riprende a soffiare e ad Aidussina siamo costretti a lasciare l’autostrada chiusa per il maltempo. Stradine buie, curve e tornanti, il viaggio di ritorno strappa anche gli applausi dei pellegrini all’autista del pullman.
Arriviamo a sera inoltrata, con un brivido di freddo e la sensazione che la Vergine ha aperto il suo Mantello sopra 35 pellegrini sui quali non è scesa una goccia durante tutta la permanenza a Ptuj e Ptujska Gora.
Silvia Scialandrone, OFS Fraternità di Gorizia